martedì 13 marzo 2007

5.1 La Bhattamimamsa critica ogni alternativa alla Parola Vedica

Fin qui abbiamo visto i tratti comuni alle due scuole della Mīmāṃsā. La Bhāṭṭamīmāṃsā, ossia la scuola che ha come capostipite Kumārila Bhaṭṭa, si cimenta poi in dibattiti accesi con le altre scuole e con le loro posizioni in merito alla Parola come strumento conoscitivo. Con stile spesso caustico e sarcastico, Kumārila accomuna i Naiyāyika ai Buddhisti dato che entrambi confidano in una ipotetica e indimostrabile onniscienza (di Dio, dei ṛṣi, del Buddha) come fonte possibile di conoscenza del trascendente. Ogni ipotesi del genere, sostiene invece Kumārila, postula enti indimostrabili (giacché per valutare l'onniscienza di una persona occorrerebbe una seconda persona onnisciente e così via) opponendosi a una posizione di comune buon senso, che porta (secondo Kumārila) ad accettere il Veda per quello che è, ossia l'unica autorità di cui disponiamo nell'ambito del trascendente. I tentativi buddhisti di sostituire propri testi (i discorsi del Buddha) al Veda sono ridicoli perché si fondano sull'indimostrabile onniscienza del Buddha, mentre i tentativi naiyāyika di fondare l'autorità del Veda sulla base dell'autorità di chi lo ha enunciato confondono il caso del Veda con quello della comunicazione ordinaria. In quest'ultima, l'affidabilità dell'autore è essenziale (e in proposito Kumārila si mostra molto più rigido dei naiyāyika), mentre nel caso del Veda ogni appello a un autore diminuirebbe di fatto l'autorità del Veda, cozzando così con il dato di fatto del suo rango privilegiato fra tutti gli Indiani.

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